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Arte, diritto e nuove tecnologie. Una panoramica del nuovo contesto digitale.
24/03/2021

Arte, diritto e nuove tecnologie. Una panoramica del nuovo contesto digitale.


di Avv. Alice Brancati, Pavesio e Associati with Negri-Clementi


L’aggiudicazione del Beeple da Christie’s per 69,3 milioni di dollari ha risvegliato l’attenzione sull’arte digitale. Ne sono prova i recenti annunci sia di Marina Abramović, sia di Damien Hirst riguardo progetti artistici che coinvolgono l’utilizzo del digitale e la tokenizzazione di opere d’arte.
Simile eccitazione era sorta nel 2018, dopo che – sempre da Christie’s – il collettivo Obvious vendeva la prima opera creata da Intelligenza Artificiale (IA). Da allora l’attenzione era parzialmente calata, complice il risultato deludente battuto da Sotheby’s per l’opera "IA Memories of Passersby I", venduta al valore minimo della sua stima pre-asta.

Con l’attenzione mediatica dell’arte digitale assumono centralità anche le sue implicazioni giuridiche, specialmente in tema di tutela autoriale. Questo genere si è infatti spesso scontrato con la difficoltà di individuare la copia originale dell’opera oggetto di protezione. La crypto art in questo è risolutiva: l’associazione di un Non-Fungible Token (NFT) a un file garantisce un’identità autentica all’opera digitale.



Altro genere di questioni sono state sollevate dalle IA, per le quali non è l’oggetto-opera a essere difficilmente identificabile, ma il suo autore. Se il copyright richiede un ruolo attivo nel processo creativo al fine di essere qualificati come autori, questo principio viene scardinato dalle IA, le cui creazioni non sono direttamente riconducibili a un input umano, così eliminando ogni nesso causale tra l’idea dell’artista e la creazione dell’IA.
Per questa ragione il tema dell’autorialità delle opere IA è tutt’ora aperto, nel dubbio se attribuire riconoscimento al programmatore, all’artista/user, alle IA o a nessuno, lasciando che esse cadano nel pubblico dominio – quest'ultima, peraltro, opzione che sembra dover prevalere in una stretta applicazione del diritto d’autore.

Inoltre, anche le opere IA in cui il controllo da parte dell’artista sul processo creativo è più influente –così garantendone l’attribuzione autoriale – non sono comunque prive di complicazioni giuridiche. Ne è stato prova il caso Deepfake, in cui l’artista digitale Chris Ume ha creato un account TikTok diventato virale in cui sono stati pubblicati diversi video di Tom Cruise. Si tratta però di un’illusione, ottenuta attraverso il sapiente uso di IA ed effetti speciali digitali.
Il social non ha censurato i video, valutati in sintonia con le policy sulla parodia. Quest’ultima da tempo s'è ritagliata un importante spazio nel diritto d’autore, classificata come eccezione ai diritti esistenti su un’opera quando utilizzata per fini satirici o di critica. Quest’interpretazione è stata fondamentale ai fini del riconoscimento dell’Appropriation Art negli schemi del diritto d’autore. Oggi si apre un’ulteriore pagina per il concetto di appropriazione, dove nel bilanciamento tra copyright e libertà d’espressione si inserisce anche l'appropriazione dell’immagine altrui.








Alice Brancati è associate e membro del dipartimento arte dello studio legale Pavesio e Associati with Negri-Clementi. Appassionata di diritto d’autore e diritto dell’arte, si è laureata con lode e menzione all’Università degli Studi di Torino, presentando una tesi di diritto internazionale sulle problematiche del riconoscimento del diritto d’autore per l’arte digitale. Nel suo percorso accademico si è specializzata in questa materia frequentando, fra gli altri, il corso offerto dalla Harvard Law School in materia di copyright e quello di da Christie’s Education sulla Crypto Art. Ha, inoltre, approfondito gli studi in diritto internazionale, comparato e dell’arbitrato frequentando il Center for Transnational Legal Studies a Londra e partecipando al progetto Willem C. Vis International Commercial Arbitration Moot.

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