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Stefano Bombardieri

 

Stefano Bombardieri

Stefano Bombardieri (Brescia, 1968) è l’artista un po’ fanciullo e un po’ sciamano che ruba giganteschi rinoceronti dal loro habitat e, grazie a un sistema di materici tiranti che ricordano l’objective art, li fa fluttuare nel vuoto.

Sospesi tra terra e cielo, imprigionati in un toccante e fiero immobilismo, i suoi protagonisti attendono che, nel bene o nel male, il proprio destino si compia. O quanto meno di sapere che ne sarà di loro.

In molti hanno voluto interpretare le sue opere come un accorato appello alla salvaguardia delle specie in via di estinzione, anche per l’inserimento, nella ciclopica installazione a Pietrasanta The Animals Count Down, di timer indicanti il numero di esemplari rimasti, posizionati proprio sul ventre di ogni maxi-scultura.

La verità è che il risvolto ambientalista è solo una conseguenza. Perché, in realtà, le opere di Bombardieri parlano dell’uomo. Un po’ come le favole di Esopo, l’artista utilizza il mondo animale per indagare il comportamento dell’animo umano nel momento in cui succede l’imprevisto e, quella vita più o meno soddisfacente ma comunque certa, si ritrova, appunto, sospesa, ferma, immobile.

Accanto al Rinoceronte il cui titolo, Il Peso del Tempo Sospeso, è già di per sé la chiave di lettura, Stefano Bombardieri gioca con lottatori di sumo, camion, gorilla dai lineamenti umani e pesanti balene trascinate da minute bambine, metafora del peso esistenziale delle paure e delle aspirazioni che, poco a poco, ci rendono schiavi.

In questo zoo psicoanalitico, l’artista attinge alle memorie dei giochi dell’infanzia e all’ispirazione del momento. L’idea del rinoceronte, esempio, arriva da una scena del film di Fellini – E la Nave Va- dove un rinoceronte malato d’amore viene caricato su un bastimento diretto in America.

Per Stefano Bombardieri, un po’ come lo era per Beuys, l’arte è una medicina, un balsamo per esorcizzare e curare l’animo umano dagli effetti delle luci e delle ombre della vita. Luci e ombre che, tradotte in scultura, riescono a toccare e a guarire i cuori di chi le guarda.

Figlio dello scultore Remo Bombardieri, Stefano cresce nell’atelier del padre dove impara tutti i segreti della tecnica.

Oltre alle gallerie, ha una predilezione per gli spazi pubblici, piazze, giardini dove le sue opere di fondono con la città. Ha esposto enormi installazioni a Ferrara, Faenza, Bologna, Saint Tropez, Portofino, Milano e, naturalmente, nella sua adorata Brescia.

Nel 2009 ha invaso la splendida piazza di Pietrasanta con le sue sculture animali nella personale “The Animals count down”. Ha partecipato alla 52° e alla 54° Biennale di Venezia.

Nel 2021 è approdato in Russia, in una personale nel museo d’arte contemporanea di San Pietroburgo.

Delle sue sculture maxi, prevalentemente in vetro resina, realizza anche le versioni small, adorate dai collezionisti di tutto il mondo.

Conteso, adorato da collezionisti e gallerie, è sicuramente uno degli scultori contemporanei più promittente e più in ascesa nel panorama italiano e internazionale.

Critici ed esperti consigliano di acquistarlo ora prima che le quotazioni, in continuo aumento, raggiungano l’olimpo, e il numero di zeri, dei grandi nomi.



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