Nasce a Biella nel 1971. Vive e lavora a Bologna.
“Per me anche la luce, nell’oscurità, rappresenta qualche cosa che inizia timidamente ad apparire dal nulla che è la mia condizione”
Lorenzo Puglisi
I dipinti di Lorenzo Puglisi sono il risultato di una ricerca pittorica fondata su un forte interesse per la natura umana ed il mistero dell’esistenza e sull’impellente urgenza di rappresentare questi elementi in forma artistica. A partire dal 2015 le grandi tele dell’artista presentano riferimenti alla storia dell’arte e ai grandi capolavori del passato filtrati attraverso il suo personale repertorio iconografico.
I suoi dipinti materici sono caratterizzati dall’uso ricorrente del colore nero per creare uno sfondo scuro, e da questa stessa oscurita’ emergono volumi, volti e mani dalle sagome e dai lineamenti indefiniti; queste figure vengono create con pennellate vigorose e le fonti sono riconoscibili (oltre che per i titoli delle opere, che si riferiscono ai modelli originali) anche per le posizioni, sempre simili nei vari dipinti. Puglisi si ispira, inoltre, al tema della restituzione pittorica della luce e dell'ombra esplorato dai grandi Maestri del passato quali Leonardo, Caravaggio, Rembrandt, e Goya: i dettagli delle sue figure cominciano a materializzarsi sulla tela attraverso una luce bianca e luminosa che trapassa lo sfondo scuro, come se i soggetti fossero relitti, tracce, memorie.
Numerose le mostre personali e le partecipazioni a collettive in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, tra questi, il MUDEC di Milano, il CAC La Traverse di Parigi, Il Pio Monte della Misericordia di Napoli, la Sagrestia del Bramante a Milano, la Cripta della Chiesa di King’s Cross St. Pancras a Londra.
Negli ultimi anni la sua ricerca artistica si è focalizzata su grandi tele che riguardano ai capolavori del passato filtrati dalla sua iconografia. Tra i progetti futuri una mostra al Latvian National Museum of Art di Riga in Lettonia nel maggio del 2020 in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi di Firenze.
Nel giugno 2019, inoltre, è stata pubblicata una monografia sull’artista in italiano, inglese e tedesco edita da Hatje Cantz (Berlino), con un saggio introduttivo di Mark Gisbourne.