Si sviluppa per piani moltiplicati all’infinito la fotografia di Max Falsetta Spina, da 25 anni
dietro l’obiettivo, sempre alla ricerca di nuove suggestioni da esplorare. La sua ricerca
continua parte da interventi diretti prima sull’inquadratura e poi sul supporto fotografico,
perché Falsetta Spina è un artista concreto, che ama agire sulla fotografia con le proprie
mani. Il suo percorso artistico prende così avvio da esperienze sulle operazioni di sviluppo in
camera oscura, immediatamente all’inizio della carriera, con esiti che portano a una
fotografia materica, in cui le superfici si offrono all’occhio in processi di sgranatura e
disaggregazione a ricercare i naturali esiti di trasformazione del quotidiano. Negli anni
successivi lavora al collage applicato sia a visioni urbane, sia alla ritrattistica, che gli valgono
nel 2010 l'acquisizione dell’opera Villa Reale da parte del Museo Parisi Valle di Maccagno,
la partecipazione alla Biennale di Venezia a Torino a cura di Vittorio Sgarbi e il cavalierato
under 40 per aver realizzato l'evangeliario del portale d'ingresso della mostra dedicata a
Papa Giovanni Paolo II in piazza San Pietro a Roma. In un quarto di secolo l’artista ha
catturato con il suo occhio e la sua mano città e persone sempre con l’intenzionalità di
mostrarne il lato nascosto, quello più profondo, interpretato da una mente che ama le
peripezie prospettiche, grazie anche all’attività di scenografo condotta in parallelo alla
fotografia e ormai nota ad alcuni tra i più importanti brand mondiali dell’haute couture e
dell’hi-tech.
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