Nunzio Fisichella ha un percorso artistico solitario, si forma da autodidatta ma osserva i maestri del passato come punti di riferimento ma anche di partenza per sviluppare un suo linguaggio autonomo, fatto di materiali e cromaticità uniche: nelle sue opere è presente la sabbia lavica, anche detta cenere dell’Etna, un richiamo continuo alla sua terra, e pigmenti naturali che richiedono tempi lunghi per essere trasformati e vivere poi per sempre sulla tela.
Alcuni lavori sembrano guardare alla land art cercando di trasferire la natura su juta; ma nel tentativo di trasferirne anche la fatica, l’accidentalità, il caos e il caso, guerra e pace, ferite aperte e vecchie cicatrici e le pause alternate ai momenti proliferi d’azione.
Negli ultimi anni Fisichella ha esposto le sue opere in diverse mostre legate al suo territorio e nel 2024 è stato protagonista della personale Intervallo presso la Cappella Bonajuto a Catania, con la curatela di Raffaella De Chirico.