Paolo Scirpa (Siracusa, 1934) vive a Milano. Il suo lavoro è sempre stato proteso ad una ricerca interiore fuori da ogni legame di appartenenza. Dagli anni ‘70 la sua ricerca si orienta verso una dimensione in cui luce e spazio divengono protagonisti immateriali e verso la rappresentazione non tanto della luce reale quanto della luce “ideale” cioè dell’idea dell’infinito e per questo si serve dei mezzi a sua disposizione, tubi luminosi e specchi. Realizza i Ludoscopi, opere tridimensionali che propongono la percezione di profondità fittizie, veri iperspazi-luce, e, nel corso degli anni, anche grandi opere di denuncia consumistica, installazioni e pitture, quasi rappresentazioni bidimensionali dei Ludoscopi. Negli anni ‘80 sviluppa i primi interventi progettuali inserendo le sue voragini luminose in architetture varie e ambienti di grande prestigio.
Per anni è presente al Salon Grands et Jeunes d’aujourd’hui di Parigi; poi partecipa alla IX e alla XIII Quadriennale di Roma. Espone in numerose gallerie e spazi pubblici. Inoltre sue opere sono in collezioni e musei tra i quali, il Museo del Novecento, le Gallerie d'Italia, le Civiche Raccolte delle Stampe Achille Bertarelli al Castello Sforzesco, (Milano); il MAGA (Gallarate); la VAF-Stiftung del MART di Trento e Rovereto; La Galleria Nazionale e La Collezione Farnesina (Roma); il Museo MAGI (Pieve di Cento, Bologna); il Museo Civico d'Arte Contemporanea (Gibellina, Trapani); il Museum Ritter (Waldenbuch) e il Musée des Beaux Arts (Caen).
Ha realizzato opere per spazi pubblici, privati e chiese. È stato docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.