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MAGGI HAMBLING I PORTRAITS
09/10/2021

MAGGI HAMBLING I PORTRAITS

La Galleria Thomas Brambilla è orgogliosa di presentare la prima mostra personale in Italia dell’artistainglese Maggi Hambling (1945). La mostra inaugurerà sabato 9 ottobre 2021 alle ore 18:30.

Maggi Hambling è una delle figure più prominenti della scena artistica contemporanea ed europea. Maggiormente conosciuta per le grandi opere pubbliche, come la recente, e molto dibattuta, scultura dedicata alla protofemminista Mary Wollstonecraft, il memoriale di Oscar Wilde a Trafalgar Square e la
costruzione, Scallop, in onore del compositore Benjamin Britten sulla spiaggia di Suffolk. Hambling, oltre ad essere una scultrice, è una pittrice affermata. Nel 1980, difatti, fu la prima artista invitata come residente alla National Gallery di Londra. Oltre alla sua particolare attitudine per ritratti ed autoritratti, i soggetti più frequentemente indagati sono la natura, ed in particolar modo, onde marine e cascate, ed il regno animale.

La pratica artistica di Hambling è stata fortemente influenzata dall’artista Cedric Morris e dal suo mentore, Lett-Haines, artista britannico e membro del circolo artistico londinese. Inoltre, determinante per Hambling, è stata la frequentazione del gruppo artistico di Soho che comprendeva artisti come Auerbach, Freud e Bacon, nonché la lunga relazione con la cosiddetta musa di Soho, Henrietta Moraes, che ha poi spesso ritratto nelle sue opere.

Nella mostra “Portraits” presso la Galleria Thomas Brambilla verranno presentati una serie di ritrattirecenti. Il più grande è un autoritratto del 2018 in cui l’artista sembra materializzarsi tramite lettere e cifre disegnate alla rinfusa, mentre nella tela accanto, il rettangolo nero rappresenta una tela non dipinta nel mezzo del disordine dello studio dell’artista. Le due tele sembrano di primo impatto incomplete ma l’una dipende dall’altra; sia l’artista che la sua pittura sembrano stretti in un patto inevitabile.

Nelle opere esposte in mostra, vi sono anche ritratte importanti figure del passato di Hambling, come il suo mentore, Lett Haines, morto nel 1978, e l’artista Francis Bacon, il cui volto si dissolve in una grande risata, anche se si tratta di una risata sinistra che si staglia nel buio con un incontrollato rilascio di energia.

In altri ritratti, più piccoli, i soggetti emergono da fondi bianchi e sono rappresentati con segni rapidi egestuali. All’interno di queste turbolenti formazioni di pittura, le immagini emanano una sorta di sincerità emotiva che simboleggia il continuo impegno dell'artista nel cogliere la vita.
Questi ritratti trasmettono un doppio stato d'animo: umorismo e dubbio, rabbia e gioia, vitalità e mortalità. Tale duplicità, con l’accostamento di apparenti opposti, è il segno distintivo del lavoro di Hambling. Difatti, nell'incongruenza e nella contraddizione, l'artista trova il mezzo privilegiato per confrontarsi con le verità del mondo e raggiungere una realtà che nell'arte contemporanea è sempre più rara.
Maggi Hambling è nata a Suffolk nel 1945 ed è una pittrice e scultrice britannica molto celebrata nel suo paese d'origine, la Gran Bretagna, e sempre più conosciuta a livello globale. Hambling ha studiato prima alla East Anglian School of Painting and Drawing di Cedric Morris e Lett Haines e successivamente alle scuole d'arte di Ipswich (1962-64), Camberwell (1964-67) e Slade (1967-69). Nel 1980 è stata invitata come prima artista residente alla National Gallery di Londra. Ha esposte in diversi musei ed istituzioni, tra le quali: due mostre personali alla National Gallery di Londra (1981 e 2014), due mostre personali alla National Portrait Gallery (1983 e 2009), The Yale Centre for British Art, New Haven (1981), Yorkshire Sculpture Park (1997), Abbot Hall Art Gallery, Kendal (2007), The Lowry, Salford (2009), Walker Arts Gallery, Liverpool (2009), The Fitzwilliam Museum, Cambridge (2010), Winchester Cathedral (2013), The Hermitage, St. Petersburg (2013), Somerset House (2015), The British Museum, Londra (2016) The Jerwood Gallery (2018) e CAFA Art Museum, Pechino (2019).

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