La Carrie Able Gallery è stata aperta nel settembre 2016 a Williamsburg, Brooklyn, New York.
Mettendo in mostra il lavoro della rinomata artista multidisciplinare, Carrie Able, tra i più interessanti artisti visivi emergenti e affermati, la galleria è uno spazio creativo per promuovere la comunità locale e globale. Facendo perno tra mostre d'arte, risorse educative, performance dal vivo e progetti curatoriali sperimentali, il lavoro in galleria rafforza continuamente il bisogno di accessibilità.
Impegnata a mettere in mostra artisti emergenti da tutto il mondo, la galleria offre frequenti open call per lavoro. Le selezioni per le mostre open call vengono effettuate esclusivamente in risposta a come la presentazione si allinea al tema della mostra, senza considerare il curriculum o le informazioni biografiche utilizzate nel processo di selezione.
Oltre alle mostre, la galleria ospita un programma Artist in Residency, trasformando temporaneamente lo spazio in studio e laboratorio. La missione del programma incoraggia gli artisti emergenti a considerarsi imprenditori nelle loro discipline rispettate, sostenendo se stessi e la voce unica e individuale che possiedono.
Al culmine di una mostra allo spazio di Brooklyn, molti artisti che partecipano hanno l'opportunità di esporre per la prima volta a New York. Di conseguenza, i residenti del passato hanno continuato a esporre a livello internazionale e a frequentare rispettati programmi di laurea di livello universitario attraverso il tutoraggio di Able e gli educatori esterni invitati da Able a consigliare i partecipanti.
Pur rimanendo uno spazio commerciale, Carrie Able Gallery è mission-based, dedicata al suo rapporto con la comunità locale e alla vasta rete internazionale che ha sviluppato online. Carrie Able Gallery è costantemente all'avanguardia in nuove tecnologie, piattaforme e risorse per la visualizzazione e la produzione di opere d'arte.
Maggiori informazioni possono essere trovate nella funzione Yahoo Finance di novembre 2020, che descrive la galleria come uno dei "luoghi di New York per creativi, poeti, artisti visivi e musicisti per esprimersi liberamente senza timore di giudizio o discriminazione".