Creo i miei “micromondi” con cose appartenenti al “macromondo”. Prendo in prestito oggetti esistenti dal mondo reale che spesso sono diversi da quello che saranno. Un fiore diventa un albero, un filo d'erba un sentiero, un seme di tarassaco un paracadute. Un “Piccolo Mondo” è quindi un'immagine in cui non accade nulla di speciale ma in cui si può forse vedere qualcosa di familiare, come una situazione, una circostanza, o anche semplicemente un oggetto. E quando questo accade, il mio Piccolo Mondo diventa anche quello di qualcun altro.
Il divertimento e lo stupore, insieme alla ricerca, sono due componenti molto importanti nel mio lavoro. I saggi di Bruno Munari mi hanno insegnato molto, non solo sotto questo aspetto. Il progetto di “Little Worlds” ha preso vita alla fine del 2011 quando, senza uno scopo preciso se non quello della sperimentazione, ho iniziato a inserire piccole forme umane nelle mie composizioni di erbe e oggetti. I miei “Piccoli Mondi” sono nati così, quasi per caso”. Per qualche tempo i fotogrammi che ho creato mi sono sembrati dei piccoli palcoscenici, dei set in miniatura in cui, ad occhi aperti, vedevo svolgersi delle scene. Dopo aver immaginato le scene, il passo successivo è stato modellarle e fissarle intenzionalmente su carta fotografica.
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