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Senza titolo

 

Pietro Consagra / Senza titolo

Composizione, serigrafia su tela e lino, 200 x 238, 5 cm

Dimensioni: 200 cm X 238 cm
Periodo: 1970

 

Biografia dell'artista

 

Pietro Consagra (Mazara del Vallo 1920 – Milano 2005) è stato uno dei più prestigiosi artisti esponenti dell’astrattismo internazionale.

Compiuti gli studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo, nel 1944 si trasferisce a Roma, dove aderisce all’astrattismo partecipando al gruppo “Gruppo Forma 1” (1947). A Roma lavora nello studio di Mazzacurati e in quello di Renato Guttuso, dove conosce Piero Dorazio, Ugo Attardi, Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Achille Perilli, Mino Guerrini e Giulio Turcato. Fu proprio assieme a questi artisti che Consagra prepara nel marzo del 1947 il manifesto del gruppo astrattista “Gruppo Forma 1”, in cui veniva teorizzata la lezione dell’astrattismo, appresa grazie ad un viaggio parigino organizzato dalla gioventù comunista.

La sua arte esprime il ritmo drammatico della vita di oggi, con elementi plastici che dovrebbero essere la sintesi formale delle azioni dell’uomo a contatto con gli ingranaggi di questa società, dove è necessaria volontà, forza, ottimismo, semplicità, chiarezza.

Nel 1948 partecipa alla Rassegna Nazionale delle Arti Figurative (V^ Quadriennale Nazionale d’Arte) di Roma.

Nel 1962 partecipa, insieme ai più importanti scultori internazionali dell’epoca, alla mostra “Sculture nella città” organizzata da Giovanni Carandente nell’ambito del V Festival dei Due Mondi a Spoleto. Presenta due sculture in acciaio: Colloquio col vento e Colloquio spoletino o Colloquio con il demonio. Quest’ultima venne generosamente donata alla città di Spoleto; temporaneamente conservata nell’atrio del Museo Carandente, Palazzo Collicola – Arti visive, è tornata nella collocazione originaria in via Salara vecchia. Colloquio col vento venne acquisito da James Johnson Sweeney per il Houston Museum of Fine Arts.

La scultura di Consagra si propone come una scultura di idee intese, atta ad esprimere il ritmo drammatico della vita di oggi con elementi plastici che dovrebbero essere la sintesi formale delle azioni dell’uomo a contatto con gli ingranaggi di questa società dove è necessaria volontà, forza, ottimismo, semplicità, chiarezza.

Partito da una ricerca sui materiali, in seguito realizza sculture quasi bidimensionali (“Colloquio con la speranza“, 1957, bronzo, Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna), nelle quali tende ad annullare lo spessore sino a giungere alle lamine dello spessore di due decimi di millimetro nelle “Sottilissime” e al massimo spessore degli edifici della “Città frontale” del 1968, una proposta urbanistica polemicamente utopica cui ha dedicato anche l’omonimo “pamphlet” (1969) e che lo ha portato ad inserire nello spazio reale le costruzioni monumentali del Meeting a Gibellina e dell’arco sull’autostrada. Nel 1964 conosce la critica d’arte Carla Lonzi che diviene la sua compagna di vita sino al 1982.

Nel 1978 è tra i promotori di un importante documento sulla salvaguardia dei centri storici che prese il nome di “Carta di Matera”. In relazione alla “Carta di Matera” è la creazione degli undici ferri bifrontali di Matera, nati per essere posizionati nei rioni Sassi. Il comune, per i suoi meriti, gli conferì la cittadinanza onoraria.

Per la ricostruzione di Gibellina nel Belice realizza nel 1981 una grande stella, alta 24 metri, in acciaio inox: la Stella d’ingresso al Belice.

Per il grande parco di sculture d’arte contemporanea a cielo aperto di Fiumara d’arte, Consagra realizza la prima opera del parco, posta alla foce della fiumara e intitolata La materia poteva non esserci, commissionatagli nel 1982 dal mecenate Antonio Presti.

Fra le sue ultime grandi opere, nel 1998, esegue una scultura in marmo, dedicata a Giano, alta più di cinque metri, situata a Largo Santa Susanna a Roma.

Insignito della medaglia d’oro come Benemerito della Cultura e dell’Arte dal presidente Carlo Azeglio Ciampi, oltre che scultore, Consagra fu scrittore e critico, collaboratore di molte pubblicazioni d’arte, scrisse La necessità della scultura (1952), La città frontale e Vita mia (1980), opera autobiografica, e fu personalità di rilievo nel mondo culturale di un periodo storico di determinante importanza per l’arte italiana, negli anni Cinquanta, che videro la nascita dell’astrattismo.

Consagra muore a Milano, città nella quale da dieci anni si era stabilito definitivamente, ed è stato seppellito per sua espressa volontà nel cimitero di Gibellina.

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