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Fotografia e IA: un dibattito aperto
15/12/2023

Fotografia e IA: un dibattito aperto


di Francesco Lisi, Art Department di Pavesio e Associati with Negri-Clementi


Ad aprile di quest’anno si è tenuto il celebre Sony World Photography Awards 2023, durante il quale è stato premiato, nella categoria Creatività della sezione Open, il fotografo tedesco Boris Eldagsen con l’opera “The Electrician”. Questa, appartenente al ciclo “Pseudomnesia – Fake Memories”, ritrae due donne, una quasi nascosta dietro all’altra, con lo sguardo smarrito, e delle mani che le toccano, il tutto in una tonalità seppia che conferisce alla fotografia il tipico stile rétro di metà del secolo scorso. Ma la particolarità di questa immagine sta nell’autorialità della sua realizzazione, generata dall’Intelligenza Artificiale.

“Grazie per aver selezionato la mia immagine e per aver reso questo momento storico, in quanto è la prima immagine generata dall'Intelligenza Artificiale a vincere in un prestigioso concorso internazionale di fotografia – risponde l’artista – Quanti di voi sapevano o sospettavano che fosse stata generata dall'intelligenza artificiale? C'è qualcosa che non quadra, vero? Le immagini generate dall'IA e la fotografia non dovrebbero competere tra loro in un premio come questo. Sono entità diverse. L'IA non è fotografia. Pertanto non accetterò il premio”.







Un gesto provocatorio?
Un tentativo di accendere e accelerare un dibattito su cosa si voglia considerare fotografia e cosa no?
Sicuramente, il photomedia artist Eldagsen riesce nell’intento di rompere gli schemi tradizionali, creando un precedente e dando vita a una profonda e attuale riflessione sul mondo della fotografia.
Tale vicenda, infatti, solletica interessanti quesiti, primi tra tutti: chi è l’autore di un’opera realizzata con l’IA generativa? È possibile tutelare queste particolari immagini digitali (le quali altro non sono che output digitali, ovvero prodotti creativi dell’IA) alla stregua di vere e proprie opere d’arte d’autore?
È importante sottolineare come un’analisi del tema non debba limitarsi a un’indagine “a valle” che si interroga unicamente circa la possibilità di tutelare, attraverso il diritto d’autore, l’output generato dalla macchina ma debba semmai estendersi fino “a monte”, vagliando la possibilità che anche i prompt – ovvero le istruzioni che l’artista impartisce alla macchina affinché questa generi l’immagine – possano essere tutelati nel medesimo modo, in quanto espressione della volontà creativa dell’autore. L’opera di Eldagsen, infatti, non è stata generata automaticamente dall’IA o, meglio, non solo. Il comando iniziale è stato inserito nel software dall’artista, che ha quindi fornito alla macchina delle indicazioni ben precise e dettagliate sul come utilizzare i dati a sua disposizione per creare quella particolare sfumatura, quel particolare colore, quella forma del viso e così via.
Si potrebbe, dunque, propendere per la possibilità di tutelare i prompt tramite il sistema del diritto d’autore: si tratta di comandi che ben potrebbero essere ricondotti a vere e proprie opere dell’ingegno e della creatività personali di un soggetto (l’autore) e che potrebbero avere un valore economico apprezzabile. Tuttavia, come per qualsiasi altra opera dell’ingegno, una tale protezione sarebbe possibile solo in presenza di determinati requisiti, ovvero qualora il prompt possa qualificarsi come espressione artistica e non semplice “idea” dell’autore e qualora lo stesso abbia un preponderante carattere “creativo”.
Le opere generate dall’IA impongono senza dubbio un ripensamento dei canonici paradigmi a cui eravamo abituati. Rintracciare l’elemento umano in un atto creativo così complesso non è sempre facile e agevole e numerose sono le cautele da adottare; altrettanto importante è però provare a spostare la nostra attenzione dal mero prodotto (su cui normalmente si focalizza la discussione in materia) al percorso e processo creativo per individuare la presenza di una possibile regia artistica umana.
Intanto, nell’attesa che si possa giungere a soluzioni più concrete, osserviamo reazioni molte diverse nel settore. Da una parte Paris Photo, tra le più importanti manifestazioni fieristiche dedicate al medium fotografico (7-10 novembre 2023), sceglie di destinare particolare attenzione al segmento della fotografia nell’era digitale con la sezione curata da Nina Roehrs, dove, tra le altre, è stata esposta proprio la dibattuta immagine di Eldagsen, dall’altra il World Press Photo Contest, celebre concorso di fotogiornalismo e di fotografia documentaristica, ha messo al bando le immagini generate dall’IA e vietato persino il ricorso a simili strumenti tecnologici per modificare i contenuti originali, così da scongiurare il verificarsi di complesse situazioni, come nel caso della vicenda attenzionata.





Francesco Lisi è membro del dipartimento arte di Pavesio e Associati with Negri-Clementi. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino con una tesi sugli impatti giuridici dell’intelligenza artificiale, Francesco si occupa prevalentemente di diritto commerciale e di diritto dell’arte, con un focus sul Legal Tech. Appassionato di fotografia e di montagna, ha svolto parte dei suoi studi presso la Toyo University di Tokyo, un’esperienza che gli ha permesso di studiare da vicino la cultura e la società giapponese.

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