1952,Tingas, Svezia
Vive e lavora ovunque
Börje Tobiasson racconta attraverso le proprie fotografie una vita di viaggi e nomadismo: i suoi scatti mostrano vite e luoghi al limite che sono una metafora stessa della vita di Tobiasson. Abbraccia la disciplina buddista e fa del nomadismo una radicale scelta di vita decidendo di non avere una dimora fissa circa venti anni fa.
I suoi scatti sono sempre luoghi di transito, nonché molti di essi connotati da indefinitezza politica e geografica, spesso di conflitti: Albania, Gaza, Egitto, Palestina. E se non è presente la guerra, il limite ed il passaggio stanno spesso nella transizione dal regime comunista a quello democratico della fine degli anni Ottanta.
Nei suoi scatti non c’è presa di posizione ma prevale un punto di osservazione silenzioso, un punto di vista nobile e pacato dove il ritmo è scandito dall’avvicendarsi di fatti. Nel 2018 presso la Galleria Raffaella De Chirico Arte contemporanea sono state esposte le sue foto in una mostra intitolata It was hard to be a saint in the city.
Le foto qui proposte fanno parte un reportage del 1986/1987 in cui è stato raccontato il progetto di momenti unici pre gentrificazione per 15 città del mondo per le quali il processo gentrificativo diverrà irreversibile.