Nasce nel 1978 a Casalmaggiore, in provincia di Cremona. Si forma nell’ambito delle Arti Grafiche presso l’istituto d’Arte Toschi di Parma e consegue il diploma in Design e Comunicazione presso l’Università del Progetto di Reggio Emilia. Ha seguito diversi stage in vari studi di pittori, operando con artisti del calibro di Marco Nereo Rotelli.
Dalla sua esperienza professionale di grafico e fotografo deriva la sua concezione dell’immagine come compenetrazione a livello percettivo di elementi schematici: essa è ottenuta tramite un approccio analitico, ossia mediante una stratificazione dei diversi piani di visione che si ricompongono in un’ideale totalità complessiva. L’evoluzione del suo percorso artistico si snoda attraverso studiate incisioni su strati di materiali impalpabili come il tulle, le rete in pvc, la carta, per poi approdare, infine, alla rete in metallo. Il procedere per addizione o sottrazione del materiale rappresenta il suo modus cogitandi, oltre che operandi: egli scolpisce incidendo foglio dopo foglio, tessuto dopo tessuto, rete dopo rete, in un meccanismo psichico per il quale non è di primaria importanza il medium ma la vera paradossale immateriale protagonista è la luce. Per l’artista il senso primario della fotografia è dato dalla sua etimologia, ossia il suo essere “scrittura di luce” ed è proprio seguendo questo significato che egli costruisce la sua produzione, andando a stratificare i materiali in base alla quantità di luce e alle aree in cui si imprime il sensore digitale.
La sua ultima ricerca si focalizza nella sovrapposizione di intagli realizzati nella rete metallica a maglia esagonale. La rete, secondo la concezione dell’artista, rappresenta l’intreccio, ma soprattutto il filtro/setaccio che lascia passare un flusso di esperienze per trattenere qualcosa da salvaguardare e da fissare, quegli istanti perenni, sospesi, come in una sorta di limbo, e cristallizzati in un’eternità fuori dal tempo. A essere intrappolati in quest’ordito di elementi geometrici concatenati sono soggetti di vario tipo: fisionomie di persone vicine alla sfera intima e personale dell’artista (Youth); inquadrature nei loro dettagli (Lapse e Sguardi); soggetti presi dalla statuaria classica greca e romana osservata in vari musei (Pagan Poetry), visi di modelle i cui lineamenti sembrano sempre sul punto di sfaldarsi nella falsità dell’artificio se osservati a una distanza ravvicinata; volti di manichini privi d’identità (Presenze) dove il processo di spersonalizzazione è compiuto al punto da identificare l’opera semplicemente con una sigla, la via, il numero civico e l’istante dello scatto-visione; immagini di interni di appartamenti in affitto (Immobili) mai connotati da un arredamento, senza vita, senza storia e senza dunque memoria. La bellezza delle opere di Tentolini sta nel riuscire a far coesistere gli aspetti dualistici del reale: immateriale e materiale, corporeo e incorporeo, apparenza e realtà, dove l’artista diviene creatore di un’identità e di una bellezza solo in parte effettivamente esistente.
Oltre ad aver partecipato a numerose mostre personali e collettive in tutto il mondo, Tentolini è stato invitato a realizzare il ritratto di Papa Francesco: l’opera, presentata al Pontefice il 19 dicembre 2018, in occasione dell’udienza generale nell’aula Paolo VI della Città del Vaticano, è entrata a far parte della collezione permanente dei Musei Vaticani.
L’artista continua a lavorare in Italia, Francia, Inghilterra, Grecia e Stati Uniti