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Mostre personali di Andrea Gambino e Inbal Kristin
06/05/2023

Mostre personali di Andrea Gambino e Inbal Kristin

Sintesi compiuta di un atto, che unisce cuore ed intelletto, sulla via dell’emozione. Dolcemente melanconica, sognante e sospesa come un sogno, se non stupore e meraviglia, di un dettaglio architettonico come di un fiore. E bisogno d’espressione condiviso: ripreso su tela, dipinta e spatolata, o colto da un sensore, vincolo e matrice di un’immagine, magicamente filtrata dall’indole femminile.

Ombre di colore, quasi bagliori, abbracciano toni di bianco, di nero e di grigio nelle cui forme, di soggetti e scenografie, leggervi l’estetica di Andrea Gambino. Voce narrante di un segno, suadente ed onirico, quale contesto franco in cui ‘Cerco di dipingere in modo spontaneo, facendo in modo che la testa non si intrometta troppo’, citando le parole dell’artista. Abile sunto di un sentire libero, sotteso alla pulsione del momento e vestito di viva purezza, non contaminata dal compromesso, insito ed inevitabile, di ogni atto studiato o dovuto. Arte giovane, amata all’improvviso con l’uso della grafite, nella cui crescita leggervi il passaggio alla pittura, con l’acrilico seguito dall’olio, quale espressione originaria di un personale linguaggio che libera, di fatto, l’animo di Gambino. E matrice, di ricerca e rinnovamento continui, ripresa nei titoli attribuiti alle opere, in italiano ed in inglese, se non espressione compiuta, meglio ancora ennesima conferma, di un’intimità condivisa attraverso l’immediatezza dell’atto creativo.

Fotografia, editing digitale e pittura declinati in immagini di città, nei loro scorci come nei dettagli del singolo edificio, testimoni correnti di una palese abilità tecnica. E paesaggi, grulli e non solo, dove la presenza dell’acqua ne traccia il fil rouge, ad evocarne la delicata fluidità già leggibile nei numerosi fiori, qui protagonisti di un’estetica ‘al femminile’, nei cui colori e forme ritrovare la stessa naturale armonia delle rappresentazioni astratte. Narrata, quest’ultima, dagli scatti dell’artista israeliana Kristin Inbal, la cui poetica non riprende soggetti ed oggetti bensì curve e linee, già sintesi di una sinfonia visuale morbida, delicata e sempre suadente. Nonchè fulcro, di un’ampia produzione presente in numerose rassegne, sia personali che collettive, tra Italia, Israele, Francia, Inghilterra ed Ungheria, citando solo alcuni dei paesi, ad attestarne lo spessore artistico ulteriormente conclamato, in ambito sia nazionale che internazionale, dalle diverse pubblicazioni e prestigiosi riconoscimenti assegnategli.

Inaugurazione 06 maggio ore 17.00

dal martedì al sabato dalle 11.00/13.00 – 15.00/18.00

18 maggio chiusura ore 13.00

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