Le pietre in fragile equilibrio di Gianni Bacchetti ci raccontano dell’attimo prima della caduta. Quel momento in cui il tuffatore è sul punto di spostare il baricentro verso il vuoto e abbandonarsi al richiamo materno della Terra.
La pietra cadente è l’atto di ricongiungimento fra il sasso nel suo stato di potenza (la fluttuazione) e il suo stato ontologico: la roccia.
La caduta è quindi un ritorno ad uno stato imperituro di appartenenza attraverso uno stato di ipnosi che la caduta innesca e che il cadere coltiva.
“L’essere sul punto di” è ciò a cui è interessato il pittore triestino che si serve di delle armonie pittoriche figlie del postmodernismo inglese.
La formazione da grafico incisore è netta nella struttura compositiva del suo lavoro. E come il confine fra grafica e pittura si confonde in questa proposta, allo stesso modo i soggetti delle sue tecniche miste accompagnano l’osservatore in una confusione di senso per cui ciò che appare inanimato si fa creatura animata e ciò che conosciamo come vivente (i vegetali) diventano monumenti che nella roccia hanno piantato radici.
Gianni Bacchetti nato a Trieste nel 1953, è stato allievo della Scuola d’arte triestina “Enrico e Umberto Nordio” ove si è diplomato nel 1973, la sua attività di artista si lega a quella di disegnatore e architetto di interni.
Partecipa nel corso della sua carriera a mostre d’arte in tutto il Friuli Venezia Giulia, patrocinate dal Comune di Trieste, nonché a esposizioni nazionali e internazionali. Ha vinto nel corso della sua carriera innumerevoli premi e la sua ricerca artistica è stata oggetto di pubblicazioni su riviste e cataloghi d’arte.